Laura insegue sogni che non ha
cercando di restare aggrappata alla realtà
Si chiede quante volte ancora dovrà versare lacrime per uno che vuole soltanto
Laura ascolta il cuore che non sa
se prima o poi tutto quanto si risolverà
prende in mano quella foto senza al pensare al suo domani, senza un alibi.
Dentro ai tuoi anni c’è ancora nascosta quella tua forza di spaccare il mondo,
quella speranza che ancora non si è spenta con te
Laura pensa al giorno che verrà
Quando ritroverà l’abbraccio di un sorriso
Ma intanto l’uomo che odiava di certo non la sfiorerà mai più
Dentro ai tuoi anni c’è ancora nascosta quella tua forza di spaccare il mondo,
quella speranza che ancora non si è spenta con te
DENTRO
Etichette: canzoni
Fiume in piena o quasi
Distrattamente clicco qua e là sopra i pulsanti della tastiera ingannando il tempo nella dolce speranza di far passare quest’ora che ancora mi resta da vivere qui in ufficio prima di ritornare a casa. Il cellulare da segno di vita avvisandomi della presenza di un messaggio: un invito per una birra, questa sera, con gli amici. Peccato ma sarà per un’altra volta, questa sera mi aspetta una sonora dose di chitarre distorte e note stonate, dopodiché di corsa a casa per ammazzare ancora quello scampolo di ore che mi separeranno poi da un’altra mattinata, e un altro pomeriggio e via così.
Preso male e comunque troppo annebbiato e confuso. Non ho molta voglia di allontanare i pensieri che da qualche ora si stanno posando uno sull’altro. Facebook, o meglio uno di quei suoi stupidi test, questa mattina mi ha avvisato del fatto che allo stato attuale la mia vita amorosa non è un granchè, così come la carriera e il denaro. Quasi tutto corretto ma per fortuna almeno il cuore funziona bene. Lui e quello strano sentimento che si chiama amore. Si vivesse d’amore e d’aria credo si starebbe quasi tutti bene. Egoisticamente parlando io lo sarei.
Ho mandato a cagare me stesso e quel dannato test cliccando velocemente sulla piccola “X” in alto, sulla finestra del browser e sono tornato a riempire il mio tempo smanettando dietro la bozza di un sito ancora da terminare. E’ quello che so fare meglio e che per il momento, ringraziando Dio è anche il mio lavoro.
Penso a lei e a quanto mi renda felice anche il solo fatto di immaginarla dentro la sua camera. Magari ora sta mettendo a posto le foto dentro il suo nuovo raccoglitore, riflettendo sul modo migliore per collocarle seguendo un qualche filo logico. Sorrido.
La amo, come non ho mai amato nessuno e sono felice delle belle emozioni che sto vivendo e che sono certo, continuerò a vivere assaporandole giorno dopo giorno.
Eppure sono qui ora, svogliato e scazzato, con la costante preoccupazione di non essere totalmente sereno. Il vago profumo del futuro che potrebbe presentarsi davanti a me, davanti a noi, è ancora troppo lontano. Quella voglia di fare scelte a lungo termine e di porre fondamenta solide si scontra con la realtà dei fatti che per forza di cose ci costringe a lottare con la precarietà del nostro tempo. Imprigionati da una società in crisi: crisi dei valori, crisi economica, crisi di nervi, …
Mi rendo conto a volte di essere troppo pessimista e mi odio per questo. Invidio un po’ tutti quelli che riescono ad affrontare la quotidianità sempre col sorriso ben stampato in faccia come se i problemi non li sfiorassero nemmeno o come se i suddetti problemi fossero in verità piccoli imprevisti facilmente superabili col solo buon senso. Ci fosse un premio Nobel per il buon senso con molta probabilità l’avrei già vinto.
Forse sono solo insicuro o forse non ho ancora imparato ad apprezzare abbastanza le piccole gioie quotidiane. E pensare che sono sempre stato un fautore del “vivi giorno per giorno” e fedele affezionato al partito il cui slogan è “Gioisci e fai tesoro delle piccole conquiste”. Probabilmente a ventisei anni queste belle parole non bastano più. Parole parole parole come cantava Mina.
Forse c’è bisogno di altro, di idee concrete e prospettive stabili. Arriveranno, non posso fare altro che pensarla così, auto-convincendomi di essere diventato in pochi secondi l’emblema della positività.
Magari mi farà bene andare in sala prove stasera, scaricherò un po’ la tensione e se avrò fortuna spazzerò via quell’ombra nera e malinconica che da un paio di giorni mi segue.
Vorrei anche e soprattutto vedere lei però, così sarei certo di poter posare la testa sul cuscino più felice, prendendo sonno in tempi umani, riuscendo a riposare sereno.
Ridendo e scherzando, ma nemmeno poi troppo ho quasi riempito una pagina di word. Certo che a impegnarsi bene ce la si fa a scrivere tante cazzate. Credo che andrò a rispolverare il mio blog da troppo tempo lasciato alla deriva, quale miglior occasione se non quella di postare un nuovo “articolo” uscito fresco fresco dalla mia fulgida mente malata. Basta, continuando così rischierei di delirare e, vista la mole di parole utilizzate fin’ora e gli argomenti tirati fuori, sono già sulla strada buona.